Con il termine funzioni esecutive si intende l’insieme di quelle funzioni che entrano in gioco quando affrontiamo situazioni o compiti nuovi per cui gli schemi cognitivi che abbiamo acquisito non sono sufficienti e adeguati per rispondere alle circostanze. Sono un insieme di funzioni che operano insieme e che sono fondamentali per rispondere alle richieste scolastiche quotidiane e di relazione con gli altri. Sono alla base di processi di pianificazione, di problem solving e di creazione di nuove strategie e schemi cognitivi.
Fanno parte di questo insieme di funzioni:
- Attenzione (sostenuta, focalizzata, divisa..), cioè la capacità di rimanere concentrati sul compito;
- Memoria di lavoro, cioè la capacità di tenere a mente le informazioni necessarie a portare a termine un compito o un’azione;
- Pianificazione, cioè la capacità di immaginare come raggiungere uno scopo e quali passi sono necessari per raggiungerlo;
- Inibizione delle risposta, cioè la capacità di non mettere in atto la risposta che, impulsivamente, tenderemmo a produrre;
- Autoregolazione emotiva, cioè la capacità di gestire le proprie emozioni;
- Flessibilità, cioè la capacità di adattarsi alle nuove situazioni gestendo gli imprevisti;
- Monitoraggio, cioè la capacità di controllare la propria prestazione ed eventualmente modificare la risposta per aumentarne l’efficacia.
Una caratteristica fondamentale di queste funzioni è la loro malleabilità: sono flessibili, crescono e si possono modificare, influenzate dalla genetica, dall’ambiente e dalle esperienze.
Diversi studi dimostrano come queste competenze siano fondamentali nei processi di apprendimento e anzi di come scarse competenze esecutive siano predittive di difficoltà di apprendimento, indipendentemente dal quoziente intellettivo.
Deficit nelle funzioni cognitive sono spesso presenti in diversi disturbi quali i disturbi specifici di apprendimento e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Queste competenze, se deficitarie, possono rinforzate e allenate in diverse modalità; percorsi di questo tipo risultano efficaci già in età prescolare.
Sono stati messi a punto dei protocolli e programmi volti a incrementare l’efficienza di questi processi. Un training specifico su queste abilità risulta poi avere ricadute positive in molti contesti tra cui appunto quello scolastico, portando a miglioramenti ad esempio nel calcolo e nella comprensione di testi.
Ci sono però anche altri modi con cui allenare le funzioni esecutive nelle attività quotidiane del bambino. Per esempio il cucinare richiede l’utilizzo di queste abilità e coinvolgere il bambino può aiutarlo a stimolarle. Il gioco può essere un altro contesto in cui lavorare con il bambino; il gioco è sicuramente il modo più divertente e motivante per il bambino. Esistono giochi creati apposta per allenare queste funzioni ma sono adattabili anche giochi classici che richiedono, ad esempio, organizzazione mentale, inibizione della risposta, attenzione e memoria.
Chiara Bognetti – Psicologa e Tutor DSA